O volete roma, o se’te morti – di Giuseppe Careri

O volete roma, o se’te morti – di Giuseppe Careri

“A Virgi’, pijia na valigia, tu fijio, tu marito, famme un fischio, che se n’annamo via da sta gente de fogna”.

“La gente de fogna” sarebbero i romani descritti da un sonetto del poeta dei social, Franco Ferrari,  vicino ai 5 stelle, e pubblicato successivamente sul blog di Grillo. Il sonetto si rivolge direttamente alla Sindaca di Roma Virginia Raggi sottoposta, secondo l’autore della poesia romanesca, a critiche da ogni parte e la invita ad abbandonare la capitale, “bella e zoccola”, insieme a suo  figlio e a suo marito.

Ma l’offesa, “gente de fogna”, affatto ironica, indirizzata ai romani e rafforzata anche con l’aggettivo infami, ha scatenato una guerra di like sui social e prese di posizione anche all’interno dei partiti e del movimento 5 stelle.

Il sonetto, fatto proprio da Beppe Grillo, voleva essere, forse, un “endorsement” alla prossima candidatura della Raggi alle elezioni comunali di Roma il prossimo aprile, ma dietro le quinte, nel retroscena, sembra esattamente proprio il contrario.

In un post pubblicato su Facebook da Monica Cirinnà, del Partito Democratico, dichiara: Virginia Raggi è stata scaricata da Beppe Grillo, direi definitivamente. Ed è stata scaricata nel modo peggiore: addossando alle romane e ai romani le responsabilità di un’amministrazione pavida, immobile, dannosa.

Questi messaggi contrastanti tra i partiti di governo, PD e 5 stelle, denotano, però, un tentativo di trovare un accordo, ancora sotterraneo, per le prossime elezioni comunali di Roma tra i due partiti di governo.

E’ una partita politica che stanno giocando Grillo, da un lato, e Zingaretti e Franceschini per il Partito Democratico. Ognuno dei protagonisti sa, ormai, che presentarsi in ordine sparso alle elezioni romane senza un candidato comune sarebbe per i due partiti della maggioranza un autogol, un modo per far vincere lo schieramento di destra di Salvini, Meloni e Berlusconi.

La Sindaca Raggi, dal canto suo, ringrazia il poeta per il sonetto e invita Franco Ferrari a togliere dallo scritto “gente di fogna, corretto poi con gente da poco”.

Poco male, la frittata era stata fatta con il sacrificio involontario della Sindaca che, ancora oggi, è incerta se presentarsi alle prossime elezioni comunali di Roma in attesa di una decisione definitiva di Grillo e dei grillini.

La Raggi governa dal 2016 una delle città più belle del mondo. Ha fatto uno sforzo titanico per migliorarla, ma spesso senza riuscirci. Ha dovuto combattere con nemici esterni e, a volte, anche interni. La sua giunta ha attraversato periodicamente diverse crisi, con dimissioni, cambi di casacca, persino assessori indagati per corruzione. La sua popolarità è scesa a causa dei molteplici problemi che attanagliano la città. Non ultimo il problema dei trasporti, degli autobus incendiati, metropolitane ferme per quasi un anno, le buche che fanno assomigliare il territorio romano a un cratere, e poi i rifiuti, l’odore nauseabondo in quasi tutti i quartieri di Roma, persino al centro storico; per non parlare poi delle periferie abbandonate a se stesse, senza prospettive, senza futuro.

Andrea Sorrentino, il premio oscar del film “La Grande Bellezza”, scrisse un anno fa “l’urletto di dorore” per far conoscere ai romani, alla Sindaca di Roma Raggi, ai suoi assessori e ai vertici dell’Ama, il degrado del bellissimo e antico quartiere Esquilino, una zona di Roma, vicino alla stazione termini, costretta a vivere tra i rifiuti, le buche eterne, il traffico impazzito, la burocrazia, il mal governo che, è bene sottolinearlo ancora una volta, viene quasi sempre da lontano, molto lontano, almeno dagli ultimi 30 anni in cui hanno governato amministrazioni di sinistra, di centro e di destra.

Per il momento la Sindaca Raggi si deve accontentare del sonetto che gli ha dedicato affettuosamente un poeta social: “cari romani, ve devo da di che sète proprio infami. E si, perché nun ve basta che ve compra l’autobusse, nun ve basta che ve rifà tutte e strade, nun ve sta bene che ve regala er mare libero, aricordateve quanno pe annà su la spiaggia dovevate da pagà l’ingresso, sveja! Si vincheno li vecchi partiti, sète fottuti.

Ecco, il problema è vincere le elezioni della capitale d’Italia, della grande bellezza. Per questo i giochi sono ancora aperti. Si lavora tra le quinte, in segreto e in silenzio, per valutare il miglior candidato per la carica di Sindaco.

Per il momento Virginia Raggi non si pronuncia, ma il sonetto del poeta lo anticipa rivolgendosi così ai romani: “O volete Roma, o se’te morti”

Giuseppe Careri

 

 

 

 

Immagine utilizzata: Pixabay