Di nuovo é battaglia nel Pdl. In 24 senatori ribadiscono il “sì” a Letta e non seguono Berlusconi

Di nuovo é battaglia nel Pdl. In 24 senatori ribadiscono il “sì” a Letta e non seguono Berlusconi

Riprende in grande stile la battaglia interna al Pdl. Siamo alla Grande offensiva delle Ardenne, l’ultimo disperato tentativo di recuperare il terreno perduto. Siamo, però, per voler rimanere nel paragone storico, un paio di mesi in anticipi, visto che quella hitleriana del 1944 iniziò il 16 Dicembre. Non sembra però possibile prevedere una grandissima differenza sul piano dei risultati concreti.

Berlusconi ha riprovato, sta riprovando, a sviluppare la propria strategia in cui è inserita anche la crisi di Governo o, almeno, un suo rimescolamento per cambiare quegli uomini suoi che non lo convincono più e che, dietro Alfano, fanno parte dell’attuale compagine di Palazzo Chigi.

aaa1dissidenti3Solo che un parte del suo esercito non lo segue più e ribadisce i concetti che già gli sono stati espressi quando si è trattato di votare nuovamente ed esplicitamente la fiducia ad Enrico Letta. Ma lui insiste e ci riprova.

Così, in 24 senatori, hanno confermato la loro posizione e si sono nuovamente stretti attorno ad Angelino Alfano. Loro non sono per la crisi di Governo. Anzi, vogliono che cessino del tutto anche gli attacchi che dal Pdl vengono portati contro la Legge di Stabilità la quale, appena delibata dal Consiglio dei Ministri, e manco arrivata in Parlamento, già appare messa sotto sopra un po’ da tutti.

In 24 fanno nuovamente naufragare le speranze di Silvio Berlusconi di poter segnare la caduta di Letta ed andare con certezza alle elezioni politiche anticipate. Cosa che potrebbe, nei suoi disegni, mettere berlusconi seggio camerapersino in discussione la sua decadenza dal seggio di senatore e dovere così dire addio alla politica o, almeno, al ruolo preminente che, finora, ha svolto in politica da 20 anni.

E’ oramai chiaro che non tutto il Pdl lo segue nella “battaglia all’ultimo sangue” in cui Silvio Berlusconi si è andato ad impegnare dopo l’arrivo della condanna definitiva per frode fiscale, sancita dalla Corte di Cassazione, con la conseguente possibilità di essere considerato decaduto e costretto al “carcere”, sia pure sotto forma di affidamento ai servizi sociali.

Tutto il Pdl continua a sbracciarsi contro la Legge Severino e l’evidente indisponibilità del Pd a concedere uno “sconto” a Berlusconi, magari accentando l’idea di adire la Corte Costituzionale per alfano cicchitto gasparribocciare la Severino, ma una buona parte di esso non intende sacrificare a questo la necessità di garantire all’Italia un Governo ed una linea che, soprattutto, in materia economica consenta un minimo di ripresa e di speranza per il futuro.

Non mancheranno nuove puntate di una vicenda che continuerà sulla stessa falsa riga di questi ultimi mesi fino a quando o si andrà allo scioglimento delle camere o, invece, Berlusconi concluderà altrimenti la sua vicenda politica e personale.

Giancarlo Infante