Dellai: serve giustizia, non la vendetta. Necessario un disegno politico prima delle armi

Dellai: serve giustizia, non la vendetta. Necessario un disegno politico prima delle armi

Il Domani d’Italia pubblica il seguente articolo scritto da Lorenzo Dellai che riflette sul dopo Parigi

“Non avrete il mio odio e neppure quello di mio figlio”. Lo ha scritto Antoine Leiris, rivolgendosi ai terroristi che venerdì scorso a Parigi gli hanno ucciso la moglie, lasciandolo solo con il figlioletto di 17 mesi e col suo dolore.

Dovremo tutti leggerla, questa lettera straordinaria. Dovrebbero leggerla e meditarla sopratutto quei politici che sparano paroloni, quelli che – più che alla rabbia della gente –  danno voce alla propria incapacità di leggere quello che sta succedendo e di reagire come compete ad una vera classe dirigente.
Serve la forza implacabile della giustizia, non la furia indiscriminata della vendetta.

Servono lucidità e nervi saldi, per distinguere i nemici dagli amici; le reazioni doverose e risolutive da quelle isteriche e inconcludenti. Ma prima di tutto serve capire bene quello che sta succedendo.

Non siamo affatto di fronte ad uno scontro tra civiltà. Semmai viviamo un attacco ai valori universali della civiltà umana.
E in modo più particolare assistiamo ad uno scontro mortale dentro il mondo islamico: le drammatiche azioni terroristiche che insanguinano l’Europa sono funzionali alla affermazione di un dominio assoluto del cosiddetto Stato Islamico nell’area corrispondente all’antica Mesopotamia.

Questo dominio utilizza le parole d’ordine della religione per interessi politici e di potere; si nutre degli errori dell’Occidente ( che ha spianato ad esso la strada con azioni militari prive di strategia politica, che hanno demolito i regimi precedenti senza avere disegni alternativi ); si alimenta con aiuti finanziari e logistici da parte di nazioni arabe alleate dell’Occidente; fa leva sulla fragilità psicologica di migliaia di giovani e giovanissimi che vivono nelle periferie fisiche ed esistenziali in Occidente e in Medio Oriente, troppo a lungo lasciate a se stesse.

Condivido in pieno la difficile ma lungimirante posizione fin qui assunta dal Governo Italiano.
L’opzione militare – nelle sue diverse graduazioni e in accordo con la comunità internazionale – non può che essere subordinata ad un disegno politico capace di indicare con chiarezza del futuro dei territori coinvolti e accompagnata dal consenso dei principali attori, come Russia e Iran.
Chi ipotizza con troppa leggerezza l’invio unilaterale di truppe di terra, dovrebbe poi spiegare come questa opzione puo’ avere un minimo di plausibilità senza l’impiego di decine e decine di migliaia di soldati e far capire all’opinione pubblica come questo può essere possibile, senza effetti devastanti, al di fuori di un accordo quadro tra le principali forze sul terreno in realtà esplosive e fuori controllo come ad esempio la Siria.
Guai se la democrazia e’ imbelle. Ma guai anche se rinuncia a capire, a discernere, a usare la forza secondo ragione e giustizia. Sarebbe la vittoria finale – altrimenti impossibile, nonostante le dure prove che abbiamo superato e dovremo superare – dei profeti di morte che usano il nome del loro Dio, bestemmiandolo, mandando a morire – e ad uccidere – giovani burattini disperati che odiano se stessi e l’intera umanità.
Lorenzo Dellai