Dallo studio dell’ipotalamo ricetta contro la vecchiaia?

Dallo studio dell’ipotalamo  ricetta contro la vecchiaia?

Artrite, diabete e Alzheimer, malattie degenerative del nostro tempo che incidono direttamente sulla nostra qualità della vita potrebbero essere in breve tempo sconfitte, o almeno rallentate. E’ questo quanto si apprende su una ricerca effettuato dal prestigioso istituto Newyorkese Albert Einstein, diretto dal ricercatore cinese Dong-sheng Cao, e pubblicata sull’ultimo numero della rivista Nature.

E’ il frutto su una ricerca effettuata dal professor Cao e da 8 suoi collaboratori sull’ipotalamo, una parte del cervello, dei topi. Studi che osservando da vicino la vita del roditore hanno rilevato che una molecola, la Nk-Fb prodotta dall’ipotalamo controlla direttamente l’attività del DNA ed è coinvolta direttamente nei processi infiammatori e di reazione allo stress.

Secondo Dong-Sheng Cao ed i suoi collaboratori questa molecola controllerebbe essendone responsabile i processi di l’invecchiamento chye verrebbero pilotati proprio dall’ipotalamo. C’è di più, osservando la vita dei topi sarebbe stato evidenziato che, grazie all’inoculazione di una molecola inibitoria per bloccare l’azione del fattore NF-KB, si rallenterebbe l’invecchiamento allungando anche del 23 per cento la durata della vita dei topi sottoposti a questo trattamento. ipotalamo1 69076297486bea40069ce25369d8ebeaSperimentazione questa che potrebbe essere anche estesa agli esseri umani. Eventualità questa ancora ipotetica ma che, comunque, lascerebbe ben sperare.

Lo studio approfondito della molecola NF-KB avrebbe anche evidenziato che tale ormone sarebbe anche responsabile di alcuni fenomeni che più da vicino interessano l’invecchiamento umano: il degrado dell’intelletto e della sessualità. Certo è che i risultati conseguiti riguardano essenzialmente i topi e, senza una ricerca più approfondita, non è dato da sapere se potrebbe avere un effetto positivo sull’ipotalamo umano.

Il risultato, ad ogni buon conto, sarebbe stato giudicato positivamente dal neurobiologo molecolare David Sinclair, della Harvard Medical School, per il quale questo risultato “costituisce uno sfondamento notevole nella ricerca sull’invecchiamento”. Uno studio, quello di Dong-sheng Cao e dei suoi collaboratori, che ha suscitato anche l’interesse positivo di un altro neuropatologo americano. Richard Miller, dell’università Ann Arbor, nel Michigan, lo ha confermato. Ad Ann Arbor, il professor Miller ha sostenuto come grazie a questi dati si sia dato uno sviluppo notevole all’interro processo di invecchiamento. A detta di Miller l’inibizione degli effetti prodotti dalla molecola NF-KB agirebbe anche a monte, ipotalamo11_form_nucleari_galleryattivando l’enzima IKK-beta, in grado quest’ultimo di rallentare l’invecchiamento, come dimostrato dalla ricerca effettuata sui topi.

Certo che definire la ricerca degli scienziati come la scoperta della medicina dell’immortalità potrebbe essere insensato. Ma potrebbe essere la strada giusta per prevenire ed alleviare i disturbi, appunto, come infiammazioni, artrite, diabete e Alzheimer. Un risultato questo che potrebbe essere conseguito con lo sviluppo di farmaci capaci di rallentare il processo di invecchiamento. Del resto la ricerca medica aveva già individuato nell’ipotalamo, il controllore del sistema simpatico, della temperatura del corpo, della fame , della sete, del sonno e della fatica e dell’attaccamento alla prole.

Ora con la scoperta di Dong-Sheng Cao e dei suoi collaboratori, la certezza che quest’organo, grande come un fagiolo, alla base del cervello è anche il regolatore dell’invecchiamento apre il campo a nuove frontiere. Una ricerca farmacologica più approfondita potrebbe aprire il campo verso nuove risposte immunitarie, grazie ad uno studio più particolareggiato sulle molecole IKK-beta e NF-kb, verso, cioè, farmaci in grado di rallentare la vecchiaia. Farmaci, però, rivolti solo a quelle persone che hanno superato la maturità. Una speranza da coltivare per alleviare gli inevitabili danni prodotti dall’invecchiamento.

Enrico Barone