Da Der Spiegel particolari sul “Datagate”: stanze d’albergo controllate da 007. Ma l’aveva già raccontato Ian Fleming

Da Der Spiegel particolari sul “Datagate”: stanze d’albergo controllate da 007. Ma l’aveva già raccontato Ian Fleming

Lo spionaggio è davvero globale, si sa, e non trascura proprio niente. E non c’è davvero nulla che debba sorprenderci. Ma per il settimanale tedesco Der Spiegel invece non sembra così, tanto è vero che propina ai lettori la stupefacente notizia che gli 007 al servizio di Sua Maestà la Regina d’Inghilterra per anni hanno ascoltato, e magari, perché no, filmato, i diplomatici di tutto il mondo ospiti nelle lussuose stanze e suite dei prestigiosi alberghi che occupavano durante le loro “delicate” trasferte. Der Spiegel cita l’ormai arcinota “gola profonda” Edward Snowden quale autore delle “sensazionali rivelazioni”.

aaa20spia5iane007La letteratura cinematografica non è mai stata avara di simili particolari, soprattutto attraverso i racconti e i film di 007 James Bond, creatura, guarda caso, dello scrittore britannico Ian Fleming, giornalista e con un passato nel Servizio Informazioni della Marina, di cui si è mormorato a lungo proprio di suoi trascorsi da agente segreto. Secondo le ultime “rivelazioni” gli hotel, tutti naturalmente di gran lusso, sarebbero stati 350. Le voci raccolte da un “addetto ai lavori”, parliamo di hotel, non di spioni, che ha trascorso un’intera carriera in numerosi “cinque stelle” delle capitali europee, racconta di suite attrezzate addirttura con specchi che permettevano dalla stanza accanto di aaa20spia6osservare chiaramente ciò che accadeva, appunto filmando, oltre che ascoltando, tutto ciò che avveniva. E gli aspetti più interessanti, al di là dell’hard delle immagini, erano naturalmente per lo più le confidenze “da sotto le lenzula”, una volta conclusa una soddisfacente seduta di sesso.

Controllati, ovviamente, i telefoni, e microfoni sapientemente installati in studiate posizioni tra quadri e lampadari, in modo tale da assicurare una copertura pressoché completa delle voci e dei rumori della stanza. Poi, col progredire della tecnologia, l’interesse si è spostato anche verso i computer, anch’essi intercettati a distanza da veri professionisti dell’hackeraggio. Ma non è tutto. I controlli riguardavano aaa20spia2rafflesanche i “locali comuni”, come ristoranti e bar, con maggiori indiziati i tavoli migliori, sia per posizione che per riservatezza, dove erano regolarente sistemati gli ospiti da tenere d’occhio.

Tutto ciò, per Der Spiegel, avrebbe fatto parte di un’operazione denommata Royal Concierge con per simbolo un pinguino, che richiamava le uniformi comunemente indossate dal personale dei grandi alberghi, raccontata appunto da Edward Snwoden, l’ex contractor della Nsa che ha fatto scoprire il Datagate, oggi in asilo temporaneo in Russia.

aaa20spia3rafflesCi auguriamo che Snowden non si sia limitato ad attribuire l’operazione Royal Concierge solo ai britannici. Gli altri Servzi Segreti altrettanto quotati potrebbero aversene a male, non accettando, a ragione, di passare come dilettanti nel confronto con i colleghi d’oltre Manica. Chissà se “gola profonda”, tra le tantissime cose rivelate, e magari ancora da raccontare, abbia fatto anche accenno ai microfoni collocati sotto alcune coppie di poltrone di prima classe sistemate da compagnie aeree compiacenti sui propri jet, soprattutto intercontinentali, di cui per riservatezza omettiamo il nome, per ascoltare e registrare i colloqui dei viaggiatori eccellenti da tenere sotto controllo? Del resto, come potrebbe fare il “Vertice” di una compagnia o di un grande albergo a non soddisfare le richieste degli 007, per di più se del proprio Paese? In ogni caso tranquilli. Scommetteremmo un rublo che Edward Snowden ai Russi abbia già raccontato, se non proprio tutto, davvero molto.

Enrico Massidda