Crisi: entra in gioco il Quirinale. Tutti salgono al Colle

Crisi: entra in gioco il Quirinale. Tutti salgono al Colle

Con la crisi di Governo scattata dopo il referendum, è prassi istituzionale che i primi ad essere ascoltati al Quirinale, con l’avvio delle consultazioni, siano i Presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini, Pietro Grasso e il presidente emerito Giorgio Napolitano. Poi, domani, seguiranno i partiti minori, e sabato le ultime consultazioni con il Movimento 5 stelle e, infine,  il Partito Democratico.

La mattinata del Presidente del Consiglio Renzi, nella giornata di ieri, si è conclusa con l’approvazione della legge della stabilità al Senato della Repubblica con il voto di fiducia presentato dalla Ministra Maria Elena Boschi.

Poi, nel primo pomeriggio, riunione della Direzione del Partito Democratico dove Matteo Renzi ha comunicato ufficialmente che subito dopo avrebbe rassegnato le proprie dimissioni. E’ stata ufficializzata la crisi.

Infatti, nel primo pomeriggio è salito al Colle da Mattarella, un colloquio durato circa 40 minuti, per l’iter delle dimissioni che sono state annunciate dal Segretario generale del Quirinale in questi termini:

“Il presidente della Repubblica ha ricevuto questa sera al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri dott. Matteo Renzi, Il quale essendosi concluso l’iter parlamentare di esame di approvazione della legge di bilancio ha rassegnato le dimissione del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica si è riservato di decidere ed ha invitato il governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti”.

Come hanno rilevato numerosi commentatori politici, nel comunicato del Quirinale non appare il termine “irrevocabili” che permette a Renzi, al momento, di rimanere per il disbrigo degli affari correnti e anche per essere indicato in un nuovo incarico.

Le consultazioni di questi tre giorni serviranno al Capo della Stato di verificare se ci sono le condizioni per fare una legge elettorale e andare, quindi, alle elezioni anticipate o alla scadenza naturale del 2018.

I passaggi fondamentali saranno certamente la decisione della Consulta sull’Italicum del 24 gennaio prossimo, e la possibilità di formare un nuovo governo e superare la crisi scoppiata con il risultato clamoroso del referendum sulla legge di modifica costituzionale voluta da Renzi.

Ecco questi sono i due quesiti che si dovranno risolvere in un clima sempre più arroventato.

Continuano, infatti, i conflitti, almeno in apparenza insanabili, tra la maggioranza di governo e tutte le opposizioni presenti in Parlamento. Ma quello che più preoccupa è il continuo scambio di accuse e offese tra i parlamentari come accaduto ieri nel corso di un collegamento con una rete televisiva, dove la parlamentare di Forza Italia, Nunzia Di Girolamo, nel 2008 in una coalizione di Centro Destra, nel 2013 in Area Popolare Ncd-Udc, oggi di nuovo deputata di Forza Italia, riferendosi al Presidente Renzi lo ha accusato di essere un politico falso. Non è l’unico caso. Ad osservare i dibattiti, sempre più si ha la sensazione di rivalse reciproche che non serviranno sicuramente ai cittadini.

E’ evidente a tutti, ormai, che la prima cosa da fare, è una nuova legge di riforma elettorale valida per entrambi le Camere. Quanto alla formazione di un nuovo governo allargato anche alle opposizioni, proposto dal Partito Democratico, appare del tutto improponibile e realizzabile, come hanno ripetutamente affermato i deputati di Forza Italia e delle altre opposizioni.

In questo clima velenoso, con accuse reciproche che, purtroppo, non tengono conto del risultato del referendum, del suo significato politico e della grave situazione in cui versa il paese, appare difficile, se non impossibile, trovare un accordo per uscire da questa situazione di stallo.

Fortuna vuole che in questo clima di rivalse reciproche, qualcuno proponga soluzioni immediate tenendo conto, per una volta, delle esigenze dei cittadini. E’ il caso del Direttore della Stampa di Torino ,Maurizio Molinar,i che in una trasmissione televisiva ha sottolineato, a differenza dei politici, l’urgenza di formare subito un governo per risolvere la drammatica situazione di ineguaglianze sociali che affliggono il nostro paese come rilevato, peraltro, dall’Istat in uno studio sulla nuova povertà dell’Italia.

A questo si può aggiungere lo sforzo del Presidente della Repubblica Mattarella che al termine delle consultazioni dovrà indicare la formula per la formazione di un nuovo governo. Occhi puntati con fiducia sul Colle, quindi.

Del resto, il Presidente della Repubblica ha tutti gli strumenti culturali e giuridici per decidere in maniera oculata la migliore soluzione da adottare nel corso di questa crisi di governo. Infatti, in passato l’attività scientifica del Presidente Mattarella ha riguardato prevalentemente argomenti di Diritto Costituzionale. Non a caso Il 5 ottobre 2011 è stato eletto Giudice Costituzionale dal Parlamento ed è entrato a far parte della Corte Costituzionale.

Ma alle importanti iniziative del Presidente della Repubblica Mattarella, occorre affiancare l’iniziativa dei capi gruppi dei partiti, ma soprattutto dell’arte della politica, l’arte del possibile.

Scriveva Otto Von Bismark:  “la capacità di sapere attendere l’evolversi degli avvenimenti rappresenta una condizione preliminare per una politica concreta”.

 Giuseppe Careri