Continuano le scosse in un Nepal devastato. Raccolti già quasi 2000 corpi

Continuano le scosse in un Nepal devastato. Raccolti già quasi 2000 corpi

Una serie di scosse, ancora violente,  andate dai 4 gradi di magnitudo ai 5,2,  hanno continuato a rendere ancora più drammatica la situazione del Nepal e del nord dell’India devastati dalla scossa di terremoto di magnitudo 7,9 che ha cambiato il volto di Kathmandu, la capitale del paese himalayano.

I morti già estratti dalle macerie sono già circa 2000 e anche dall’India e dal Tibet giungono notizie sul continuo aumento del numero delle persone che hanno perso la vita.  Sulla base dei danni e delle vittime provocate da precedenti scosse telluriche di questa intensità, i sismologi non escludono che i morti provocati dal terremoto odierno in Nepal potrebbero superare la decina di migliaia, come accaduto nel corso dell’ultimo sisma che raggiunse i 7, 9 gradi di magnitudo.

Che il bilancio sia destinato ad aumentare, purtroppo, viene confermato dalle notizie che giungono da Pokkara, la città nepalese più vicina all’epicentro, dove sono segnalate centinaia, se non migliaia di persone intrappolate sotto le macerie delle loro abitazioni.

L’esperienza di sismologi e di esperti degli interventi di recupero dice che non sarà possibile avere un bilancio definitivo prima di svariati giorni, se non settimane,  prima che le autorità siano in grado di ottenere le informazioni sui tantissimi villaggi e monasteri di montagna sparsi sulle impervie pendici dell’Himalaya, oltre che le casupole di contadini disperse in territori non facilmente raggiungibili.

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In ogni caso c’è anche da considerare che molte strade potrebbero essere state rese inagibili dalla scossa.

Immane anche il danno al patrimonio storico, culturale ed architettonico della valle di Kahtmandu, città che, con Patan e Baktapur, raccoglie milleni di patrimonio nepalese. I primi danni accertati sono quelli del crollo della Torre Dharahara che era stata definita patrimonio mondiale dall’Unesco. I cui 62 piani sono crollati completamente con le 200 percone che si trovavano all’interno. per ora ne sono state estratte 180, tutte morte.

Su Youtube stanno circolando più di un video che mostrano le drammatiche sequenze dei momenti immediatamente successivi al terremoto.

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Per quanto riguarda gli alpinisti morti sull’Himalaya travolti da una slavina provocata dalle scosse telluriche, la Farnesina esclude che tra i diciotto stranieri che si trovavano al campo base n° 1 dell’Everest e morti sotto la neve ci fossero anche degli italiani. In totale, sulle pendici della più alta montagna del mondo, era segnalata la presenza di oltre 1000 alpinisti, tra i quali un gruppo di nostri connazionali che, però, sono accampati in un punto non interessato dalla valanga.