Continua l’impegno internazionale per la Siria. L’Iran vuole provare a risolvere la questione nucleare?

Continua l’impegno internazionale per la Siria. L’Iran vuole provare a risolvere la questione nucleare?

Il Segretario di Stato Usa, John Kerry, vola in Israele per incontrare il Primo ministro Benjamin Netanyahu al quale riferirà sull’accordo raggiunto a Ginevra con il Ministro degli esteri russo Sergey Lavrov sulla questione delle armi chimiche siriane. Sullo sfondo la riunione del Consiglio delle Nazioni Unite previsto per ratificare la soluzione di una crisi che si stava rivelando molto grave.

John Kerry, poi, vola a Parigi per incontrare il Ministro degli Esteri francese, Lauren Fabius, e quello britannico, William Hague.

In Israele, Kerry dovrà rassicurare i governanti di Tel Aviv sulla portata di un accordo che, però, non definisce ancora la situazione complessiva della crisi siriana e che, pertanto, non chiude tutti i problemi giudicati molto critici dalle autorità israeliane.

Depositi armi chimiche

Depositi armi chimiche


Anche perché forti sono i timori, avanzati pure da organi di stampa arabi, che nelle scorse settimane una parte degli arsenali chimici di Bashar al-Assad sono stati spostati al di fuori dei siti conosciuti e tenuti sotto controllo dai servizi occidentali ed israeliani.

In questo senso, Kerry dovrebbe fornire a Netanyahu i dettagli sulle assicurazioni ricevute dai russi sulle garanzie richieste affinché il comportamento siriano sia conseguente agli impegni assunti per evitare l’intervento statunitense.

Barack Obama ha intanto ancora una volta precisato che la Siria deve seguire tutti i passi definiti dall’accordo accettato con la mediazione russa. Dopo l’adesione di Damasco ai trattati internazionali sul controllo delle armi chimiche, si deve procedere nel giro di poche settimane al controllo da parte di esperti internazionali dei depositi siriani ed alle attività conseguenti per giungere alla eliminazioni delle armi chimiche.

Lancio missile da sottomarino

Lancio missile da sottomarino


Se questo processo non si completerà, ha detto in sostanza Obama, gli Usa sono pronti a riprendere in considerazione la cosiddetta opzione militare.

Intanto, la Russia continua con la sua vigorosa “offensiva” diplomatica. Da un lato, Mosca ha già coinvolto la Cina lungo la strategia definita con gli Stati Uniti in merito alla soluzione delle crisi con Damasco. Dall’altro, sta stringendo i rapporti con l’Iran.

Dopo un incontro con Vladimir Putin, il presidente iraniano Hassan Rouhani ha sostenuto che il governo di Teheran è pronto a collaborare con Mosca in materia di politica internazionale. L’impressione è che, sulla scia di quanto in maturazione sulla vicenda siriana, si voglia provare ad affrontare anche l’annosa questione del nucleare iraniano con lo stesso metodo costruttivo evitando inutili, reciproche prove di forza.

Hassan Rouhani - Vladimir Putin

Hassan Rouhani – Vladimir Putin


I due presidenti si sono incontrati a margine del vertice dei leader della Sco, la “Shanghai Cooperation Organization”, svoltosi a Bishkek, capitale del Kirghizistan. La Sco é riunita perr esaminare le questioni dello sviluppo economico e la cooperazione per la sicurezza regionale, in particolare per quanto riguarda la situazione in Afghanistan dopo il ritiro programmato della Nato per la fine del 2014.

Lo Sco, aggrega, infatti, Russia, Cina, Kirghizistan, Kazakistan, Uzbekistan e Tagikistan. I presidenti di Afghanistan, Iran e Mongolia – così come le delegazioni di Stati osservatori India e Pakistan – si sono aggiunti successivamente alla riunione.

Giancarlo Infante