Caso Moro: nuovi elementi smentiscono la ricostruzione del sequestro di Via Fani

Caso Moro: nuovi elementi smentiscono la ricostruzione del sequestro di Via Fani

Il Domani d’Italia pubblica il seguente articolo redazionale che getta nuova luce sulle drammatiche vicende del 16 marzo di 37 anni fa quando fu sequestrato Aldo Moro ed uccisi gli uomini della sua scorta.

Gero Grassi, deputato Pd ed esponente della Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro, oggi al termine del voto ha dichiarato: “La ricostruzione dei fatti di via Fani e’ diversa, anche nei numeri, da quella che ci e’ stata sempre raccontata: almeno 20 persone, con ruoli attivi, omissivi o vari ,hanno agito quel 16 marzo del 1978 e non tutte erano delle Br”.

“Il voto di oggi fatto sulla relazione proposta e approvata all’unanimita’ dimostra che questa Commissione aveva una logica e un senso e che la verita’ sul caso Moro dobbiamo ancora raggiungerla. Qualcuno ha cercato di svilire il nostro lavoro. Molti hanno tentato di difendere lo ‘status quo.

Ebbene la relazione della Commissione sbugiarda questo tentativo.
Non ci si può innamorare delle tesi finora emerse e la relazione demolisce queste tesi, a cominciare dal memoriale Morucci-Faranda, che e’ stato smontato perchè ormai superato.
La vicenda di via Fani continua nella zona dell’Aurelia, dove secondo don Mennini potrebbe esserci stata la prima prigione dello statista.
Un capitolo meritevole di approfondimenti e’ quello relativo al bar Olivetti, luogo di incontro sospetto tra elementi della criminalità di destra e di sinistra, frequentato anche da soggetti che svolgevano un ruolo istituzionale. In quel Bar  Br e  Nar si spartivano i soldi delle rapine nella banche e le armi prelevate nelle armerie”.