BULLISMO E CYBERBULLISMO… E I GRANDI STANNO A GUARDARE – di Giuseppe Careri

BULLISMO E CYBERBULLISMO… E I GRANDI STANNO A GUARDARE – di Giuseppe Careri

Simone è un bel ragazzo di 15 anni sensibile e molto intelligente. Frequenta un liceo Classico del Centro Nord e le sue materie preferite sono greco e latino. Nella sua classe ci sono 24 studenti, tra maschi e femmine. Ma lui non ci si trova bene perché, dice: “mi trattano male, mi prendono in giro. Mi dà molto fastidio”.

Simone recentemente ha partecipato a una prova di matematica, una delle materie da lui preferite. Su 900 ragazzi partecipanti è risultato il primo assoluto, l’unico studente che ha preso il massimo dei voti: dieci!

Ul brutto episodio vissuto in montagna con i compagni di classe è stato uno dei motivi scatenanti dei suoi successivi stati d’ansia e di paura che ormai rendono difficile la sua vita scolastica e di relazione con i compagni di classe.

Simone, con i tuoi compagni di scuola  ci sono stati episodi un pochino gravi, di ragazzi che hanno fatto del bullismo contro altri ragazzi?

“ Si. È successo alle medie in settimana bianca e di notte Alcuni ragazzi sono entrati nella camera di un mio amico e hanno fatto una porcata con il suo pene; poi gli hanno fatto un video e gli hanno detto: se lo dici a qualcuno noi lo divulghiamo sui social. Lui  piangeva, non sapeva che cosa fare;  ci stava molto male”.

Tu come hai reagito a questa violenza?

“Io avevo paura che lo facessero anche a me. Io dormivo nella loro stessa camera. Poi ho cambiato stanza; nonostante ciò avevo paura che mi cercassero di notte. Avevo solo 13 anni”.

Simone racconta altri particolari:

“ Dietro il mio banco, c’era un ragazzo che mi colpiva alle spalle. Mi picchiava alle spalle. Non lo faceva davanti perché aveva paura. Questo perché loro, i bulli, non hanno il coraggio di farlo in faccia perché sono dei vigliacchi”.

La reazione emotiva del giovane a questi episodi di bullismo è stata di non avere più rapporti con nessuno dei suoi compagni di classe; peraltro Simone non vuole cambiare Scuola perché, dice, “ i professori sono tutti quanti bravi”.

Secondo uno studio del Censis del 2016, il 52,7% dei ragazzi compresi fra gli 11 e i 17 anni subisce episodi di violenza, offesa, irrisione. Il 47% dei dirigenti scolastici interpellati dal Censis, indica i luoghi di aggregazione giovanile come quelli in cui si verificano più frequentemente episodi di bullismo; poi segue il tragitto casa scuola nel 34,6 % dei casi; infine nelle scuole nel 24,4%. Ma è sulla rete che cyber bullismo e umiliazioni contro i più deboli trovano terreno più fertile.

Per fronteggiare quella che è ormai diventata un’emergenza nazionale, il Senato ha  approvato all’unanimità un disegno di legge che punta a contrastare il fenomeno del cyber bullismo. Il testo prevede misure di prevenzione e di educazione nelle scuole sia per le vittime che per i “bulli”. Un Professore addetto al contrasto del fenomeno del bullismo all’interno della Scuola potrà, quando necessario, avvalersi anche della collaborazione delle forze di polizia.

Ormai il Cyber bullismo ha invaso il Web dove vengono in continuazione “postate” immagini rubate, foto in abiti succinti, insulti, ironie, scherzi atroci.

Incubi che esplodono grazie alle nuove tecnologie a disposizione, ormai, anche dei bambini più piccoli.

La mania di postare ogni attimo della giornata ha coinvolto milioni di persone. I casi di bullismo e cyber bullismo si manifestano con paure e danni psicologici della vittima; in alcuni casi più gravi portano giovani ragazzi a compiere gesti insani.

E’ noto che alcuni ragazzi e ragazze si sono addirittura suicidati dopo aver visto su internet le loro foto postate in posizioni compromettenti.

Le offese sul Web raggiungono le vittime a qualunque orario, di notte, a scuola, in famiglia, in vacanza.

Per far fronte a una situazione delicata che riguarda quasi sempre la fragilità dei nostri ragazzi e ragazze, alcune Università trasmettono foto e filmati che illustrano i pericoli di un fenomeno che va sempre più diffondendosi. Lo ha ideato il Dipartimento di Psicologia dell’Università di Bologna con un programma dal titolo accattivante, “ Favole in wi-fi”.

Non è la sola iniziativa. Anche all’Università di Padova, un professore di Psicologia dello Sviluppo ha preparato 8 puntate di un programma per illustrare i pericoli del Web, del dolore e della sopraffazione di tanti ragazzini che si trovano, spesso a loro insaputa, in una pagina del Web visibile a qualunque persona.

Accadde a una bambina; si fece una foto nuda nel bagno di casa e la mandò poi a un amico che la pubblicò. Quando i genitori seppero questa storia non fecero nulla, non denunciarono nessuno.

Simone cerca tra i suoi ricordi: “ Lo stesso ragazzo della montagna, un anno dopo ha costretto un ragazzino di un altro scuola a masturbarsi davanti a una ragazzina; ha ripreso tutto con il cellulare e l’ha pubblicato sui social. Anche in questo caso i genitori non intervennero e non denunciarono il colpevole”.

Contro il bullismo e il Cyber bullismo ci sono tante iniziative per farlo conoscere e, soprattutto, per cercare di debellarlo; ma per ottenere questo risultato non basta solo approvare una legge in Parlamento, fare programmi divulgativi; occorre soprattutto che le Istituzioni, la Scuola e la Famiglia non ignorino il fenomeno, dargli il giusto risalto, non farlo passare per una “ragazzata”.

Per fare ciò è quindi necessario che tutti, dalla Scuola alla Famiglia, siano alleati e rimangano sempre in contatto per eliminare questo fenomeno odioso; entrino in confidenza con i propri figli e i propri allievi, si facciano raccontare, si documentino dell’abuso, e poi denuncino alla polizia postale il cyber bullo.

E’ un bene e una difesa per la giovane vittima e, probabilmente, anche per il “bullo” che potrebbe, una volta “scoperto”, guarire da questa ”malattia” con l’aiuto della famiglia o di uno psicologo.

Giuseppe Careri