Berlusconi non accetta la sconfitta, ma la subisce. Pronto a guidare Forza Italia anche se non sarà più senatore

Berlusconi non accetta la sconfitta, ma la subisce. Pronto a guidare Forza Italia anche se non sarà più senatore

Berlusconi non farà cadere il Governo Letta ed è costretto ad accettare la decisione della Giunta del Senato e poi dell’Aula di Palazzo Madama che voteranno, prima o poi, per la sua decadenza dal seggio di senatore. Non può fare altro!

Nel suo discorso diffuso da molte emittenti, anche se non tutte lo hanno messa in onda in versione integrale, Berlusconi non ha fatto alcun riferimento all’esecutivo di Enrico Letta. Ha però ripreso il vessillo del liberalismo antistatalista e della contrarietà ad un sistema di tasse e di spesa pubblica da lui giudicato assolutamente eccessivo.

Con il ritorno a Forza Italia, la cui sede è in procinto di essere inaugurata a Roma, si torna ad ascoltare il Berlusconi “liberale” del 1994, Quello del “meno tasse per tutti” e meno spesa pubblica.

Sul Governo di Letta fa addirittura trasparire la decisione di sostenerlo: “Occorre percorrere la strada maestra del liberalismo: meno tasse, meno spesa pubblica. I nostri ministri hanno già messo a punto le nostre proposte per un vero rilancio dell’economia, che saranno volte a fermare il bombardamento fiscale che sta mettendo in ginocchio le nostre famiglie”. I ministri, dunque, restano accanto a Letta.

Berlusconi, Bossi, Casini, Fini

Berlusconi, Bossi, Casini, Fini

Consapevole di esporsi al rischio di sentirsi ricordare i quasi 15 anni di sua presenza a Palazzo Chigi precisa: “Gli elettori non ci hanno mai consegnato una maggioranza vera. I piccoli partiti ci hanno impedito di realizzare le riforme. Per prima quella della giustizia”.

Da questa considerazione parte, forte, il suo affondo sulla mancanza della “certezza del diritto” e su una “democrazia dimezzata” a causa di un gruppo della magistratura che si è impadronita di tutta la categoria. Magistratura democratica, questa la fazione dei magistrati di estrema sinistra, secondo Berlusconi capace di trasformare un “Ordine” dello Stato in un vero e proprio “Potere” dello Stato e in grado di tenere in ostaggio gli altri due poteri: legislativo ed esecutivo.

Se, dunque, lui decadrà dal seggio di parlamentare questo non vuol dire che il “suo popolo” lo deve considerare in disarmo e pronto a sciogliere le fila. Anzi, il suo popolo deve reagire : “Vogliono togliermi di mezzo con una aggressione violenta. Sono qui per chiedere a voi di aprire gli occhi, di reagire. Dico a tutti voi, reagite, protestate, avete il dovere di fare qualcosa per uscire dalla situazione in cui ci hanno portato. Tutti gli italiani responsabili devono sentire il dovere di impegnarsi personalmente. Credo si debba riprendere in mano Forza italia. Io sarò sempre con voi, decaduto o no. Si può fare politica anche al di fuori del Parlamento”.

Napolitano e Berlusconi

Napolitano e Berlusconi

E’ giunto a metabolizzare quello che gli ha detto in pubblico un paio di volte Giorgio
Napolitano e molte volte, in privato, una discreta schiera di gente che ha attorno.

La chiusura del suo messaggio televisivo, ha il sapore dei passati momenti migliori e fa un riferimento diretto alla rinascita di Forza Italia, quando Silvio Berlusconi si rivolge ad ogni suo singolo sostenitore: “ scendi in campo anche tu con Forza Italia. Diventa anche tu un missionario di Forza Italia”.

In sintesi. Berlusconi sente di aver perso, in questa fase, la battaglia in Parlamento dove non ha la possibilità di vedersi assicurata la cosiddetta “agibilità politica”.

Non fa cadere il Governo, per adesso, perché sa che anche il suo elettorato, così, come una discreta parte di coloro che lui ha mandato in Parlamento, non gradirebbero una decisione del genere. Non rischia, così, di spezzare il suo esercito.

Berlusconi e la figlia Marina

Berlusconi e la figlia Marina

Né lo vuole disperdere. Anzi, lo chiama a raccolta in attesa di tempi migliori che, se le cose gli andassero bene in sede giudiziaria, potrebbero pur sempre tornare.

In molti hanno notato l’attivismo della figlia, Marina Berlusconi. E’ intervenuta con una magnifica scelta di tempo, quasi in contemporanea al padre, sulla questione che ha visto soccombere la Fininvest nei confronti di De Benedetti. In molti hanno voluto vedervi che, smentita a parole, l’ipotesi della successione dinastica è sempre dietro l’angolo.

Giancarlo Infante