Austria: nelle elezioni di Vienna, i socialdemocratici restano i primi. Ma che paura fa la destra xenofoba dopo il “passaggio” dei migranti

Austria: nelle elezioni di Vienna, i socialdemocratici restano i primi. Ma che paura fa la destra xenofoba dopo il “passaggio” dei migranti

 

Previsioni smentite, ma il risultato prospettato dalle proiezioni è comunque imbarazzante per i socialdemocratici austriaci che, salvo la parentesi nazista, governano Vienna dal 1919.

Conserveranno la guida del comune più importante dell’Austria, ma al prezzo di perdere il 5 % circa dei loro precedenti consensi. La stessa percentuale, invece, che registra come incremento la destra razzista e xenofoba dello Fpoe.

I nipotini di Jörg Haider, il padre del nazionalismo populista austriaco, infatti, registrano un balzo dal 25 al 31% capace di far tremare gli equilibri nazionali del cancelliere socialdemocratico Werner Faymann e, persino, giungere con un rombo preoccupante fino a Bruxelles.

Il Fpoe di Heinz- Christian Strache esce dalle urne con un boom di voti che la destra xenofoba riuscì ad agguantare solamente ai tempi in cui Haider  si mosse dalla sua Carinzia per lambire il 27 % delle amministrative del 1999 ed il 30 nelle successive politiche.

Poi, Haider ruppe con Strache perché, è tutto dire, lo considerava un pò troppo “estremista”. Eppure, anche allora, le parole d’ordine era quelle scioviniste basate su una profonda ostilità nei confronti di tutto ciò che puzzava di “diverso” e di straniero.

Poi, dopo il drammatico incidente in cui perse la vita Haider, l’impatto politico e mediatico della destra neonazista, anche se loro non vogliono sentirsi definire come tali, sembrava essersi è un pò sbiadito. Al punto che i socialdemocratici sono stati in grado di scalzare dal governo nazionale, e in molte regioni, l’accoppiata popolari- destra e dare vita ad una grande coalizione con i popolari che, attualmente, guida l’Austria.

E’ così ovvio essere tentati di giudicare il risultato odierno come il frutto diretto della drammatica vicenda dei rifugiati vissuta direttamente dagli austriaci dopo che fiumane di esseri umani provenienti dall’Ungheria, che non li voleva, sono state costrette ad attraversare proprio Vienna ed altre zone del Paese.

In molti ritengono che il risultato viennese finirà per influire pesantemente soprattutto sui partiti di centro destra di mezza Europa. A partire dalla Cdu tedesca e dall’alleata bavarese Csu, sempre schierata alla destra dei cugini democristiani del resto della Germania. A loro non sfuggirà che i popolari di Vienna hanno perso per strada quel 5% guadagnato dall’estrema destra.

La tentazione, infatti, sarà quella di cavalcare la febbre della chiusura e dell’innalzamento di muri e barriere di filo spinato.  Una pratica, del resto, già messa in atto dall’esecutivo di destra ungherese nelle ultime settimane.

Così come si tenderà ad assecondare l’istintiva reazione del popolo piccolo borghese e tradizionalista, storico bacino elettorale di queste formazioni politiche, e provare ad impedire che altri, in Italia è il caso della Lega, occupino uno spazio di cui il voto austriaco conferma la potenziale e dirompente ampiezza.

Giancarlo Infante