Attesa per la chiamata di Renzi al Quirinale. Lui non vuole farsi condizionare, ma la la situazione é quella che é

Attesa per la chiamata di Renzi al Quirinale. Lui non vuole farsi condizionare, ma la la situazione é quella che é

Oramai si deve solo attendere ancora un po’ per sapere della chiamata al Quirinale di Matteo Renzi . Dopo aver ascoltato tutti i gruppi ed i sottogruppi parlamentari il Presidente della Repubblica si è preso il tempo strettamente necessario ad una finale valutazione  ma non ci sono dubbi sulla persona che incaricherà per la formazione del nuovo Governo.

Per ultimi, Napoletano  ha incontrato i rappresentanti del Pd. Cioè il capogruppo al Senato, Luigi Zanda, quello della Camera, Roberto  Speranza, ed il coordinatore della segreteria del Pd, Lorenzo Guerini.  Per tutti loro ha parlato Zanda, il quale ha confermato  l’indicazione del Segretario del Pd per un Governo di legislatura, destinato cioè a durare fino al 2018. Fin qui niente di nuovo. La novità del discorso di Zanda sta nell’annuncio che i gruppi parlamentari del Pd “accompagneranno” il lavoro di Renzi nella definizione del programma di Governo con gli altri partiti nel confronto che parte sulla base, come ha detto nella Direzione del Pd, dell’esperienza del Governo Letta, ma con l’obiettivo di dare un’accelerazione al programma del nuovo esecutivo.

Probabilmente, la dichiarazione di Zanda trova una giustificazione nell’assoluta mancanza di esperienza parlamentare per il Sindaco di Firenze e vuole costituire  una  garanzia “unitaria” di tutto il Pd nei confronti sia di chi opterà per la partecipazione ed il sostegno al nuovo esecutivo, sia di quanti vorranno restare all’opposizione, ma senza per questo far mancare su taluni punti una qualche forma di convergenza e collaborazione.

zanda speranza

Un’affermazione  inedita, comunque, per la storia repubblicana e che la dice lunga sulla situazione che sta vivendo in queste ore drammatiche il primo partito italiano.

I problemi, infatti, nonostante la determinazione di Matteo Renzi restano  e anche lui dovrà fare i conti con la realtà e con i numeri che caratterizzano l’attuale fase storica del Paese e della vita politico parlamentare. Lui, da Firenze, reagisce lasciando trapelare la sua intenzione di “non farsi condizionare”. Vedremo!

In precedenza al Quirinale era stata la volta di Forza Italia. Ovviamente,  guidata da Silvio Berlusconi  il quale dopo l’incontro con Giorgio Napolitano si è detto molto sorpreso per la crisi di cui ha addossata tutta intera la responsabilità sul Pd. Il capo di Forza Italia  ha ribadito  la scelta dell’opposizione annunciata, però, responsabile e la volontà di confrontarsi con i contenuti dei provvedimenti portati all’attenzione del Parlamento. Berlusconi ha ribadito l’adesione all’accordo  con Renzi in materia di legge elettorale, di riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione.

Una posizione scontata, almeno sul piano dell’ufficialità, per quanto riguarda quella di Forza Italia nei confronti del tentativo di Renzi. Meno, quella espressa da Angelino Alfano che è stato molto chiaro. La coalizione non si può spostare  a sinistra. Questo il paletto principale che Angelino Alfano ja messo alla formazione del Governo a guida di Matteo Renzi. In sostanza, dice il leader del Nuovo Centro destra, non si cambiano la linea e l’assetto dell’esecutivo anche se il Sindaco di Firenze ha voluto sostituire Enrico Letta di cui  Alfano è stato  il principale alleato. Al punto di rompere con Silvio Berlusconi pur di consentire la sopravvivenza del Governo che il capo di Forza Italia voleva far cadere.

La linea di Alfano  significa anche che Renzi deve fornire garanzie che non esiste un accordo sotterraneo tra lui e Berlusconi, attraverso Verdini. Quello cioè che denuncia Pippo Civati il quale ha chiesto una netta smentita a quanto pubblicato dai giornali di Berlusconi.  Civati, scherzando, ma solo fino ad un certo punto, ha minacciato persino che un gruppetto di dissidenti del Pd a lui legati potrebbero giungere a non votare per il suo Governo. Così Lorenzo Guerini,  è dovuto intervenire con una dichiarazione in cui nega l’esistenza di contatti e trattative con Forza Italia sulla questione della formazione del Governo.

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Un’altra grossa grana a Renzi viene dai Popolari per l’Italia e dall’Udc, il gruppo di centro che si è formato dopo la scissione da Monti. Sono gli unici a ringraziare sentitamente Letta per il lavoro svolto. Da loro è venuto un sentito invito a formare un Governo di intesa e di responsabilità che prosegua sulla linea di Letta. C’é dunque una posizione di attesa che sarà sciolta solamente in sede di incontro  con il Presidente incaricato.

Forte da parte del capogruppo popolare Dellai la critica ai 20 anni di Berlusconi e la sottolineatura della necessità che si affrontino i gravi problemi portati al Paese dalla distruzione del tessuto sociale ed istituzionale.

La strada per Renzi si potrebbe rivelare più in salita di quanto non si potesse pensare se non confermerà lo spirito di collaborazione creato nella primavera scorsa dal Governo Letta verso i partiti di cui il segretario del Pd ha bisogno nonostante a lui la cosa non piaccia.

Giancarlo Infante