“Assemblee” sindacali di domenica Chiudono Colosseo e altri siti romani La sottile arte italica di farsi male da soli

“Assemblee” sindacali di domenica  Chiudono Colosseo e altri siti romani  La sottile arte italica di farsi male da soli

Ci risiamo. Il Colosseo torna davvero ad essere un “circo”. Non nel senso cui si riferivano i nostri progenitori della Grande Roma ma in quello davvero deteriore del termine moderno. Dopo le recenti chiusure provocate da agitazioni sindacali, e diventate subito famose nel mondo per le lunghe file di turisti immortalate agli ingressi, uno dei monumenti piu’ conosciuto del mondo serra nuovamente i battenti per due domeniche consecutive, sia pure non completamente. Solamente dalle 17 alle 19, domenica 14 Luglio, e a dalle 9 alle 12, in quella successiva.

I sindacati dalla Federazione lavoratori pubblici (Flp),infatti, hanno deciso di indire due assemblee proprio in quei due giorni festivi. Quella del 14 la si puo’ capire perche’ potrebbe essere vista come un omaggio ai cugini francesi che ricordano la presa della Bastiglia. A parte ogni battuta, non si capisce perche’ queste due agitazioni programmate non le chiamano con il loro vero nome: sciopero!

L’anfiteatro Flavio, comunque, e purtroppo, non sara’, per l’occasione, l’unico sito della soprintendenza archeologica di Roma ad essere utilizzato come luogo di “assemblea” dei lavoratori del settore. Nella manifestazione sindacale, infatti, saranno coinvolti anche il Foro romano, il Palatino e tutte le strutture romane più visitate, come Galleria Borghese, Palazzo Venezia e Palazzo Barberini.
COLOSSEO, ASSEMBLEA LAVORATORI: CANCELLI CHIUSI FINO ALLE 11 - FOTO 1
Ora e’ chiaro che il diritto di sciopero e quello d’assemblea sono sacrosanti. E’ chiaro anche che i bilanci dello Stato sono quello che sono. Cosi’ come a nessuno sfuggono le storiche carenze di personale e tutte le altre manchevolezze che il nostro Paese mostra da decenni nel campo dei beni culturali ed archeologici. Si tratta, pero’, di un settore che, anche sotto il profilo del turismo e delle entrate pubbliche, assume un rilievo unico al mondo. Nasce, allora, una domanda spontanea: ma e’ possible che lavoratori e datori di lavoro, soprattutto se pubblici, cioe’ pagati con i soldi nostri, non riescano a risolvere le loro vicende senza il bisogno di farsi, e farci, del male da soli nel periodo piu’ importante della stagione turistica nazionale?

Giancarlo Infante