Ancora scontri in Ucraina. Il Paese sembra tornare alla rivoluzione “arancione”

Ancora scontri in Ucraina. Il Paese sembra tornare alla rivoluzione “arancione”

Situazione sempre più grave e più tesa in Ucraina, dove da un mese è in corso una protesta che contrappone le forze governative,da una parte, e le cosiddette forze europeiste dall’altra.

Un migliaio di manifestanti ha bloccato l’ingresso del palazzo del governo a Kiev, dove i leader dell’opposizione hanno chiesto le dimissioni del presidente ucraino Viktor Ianukovich dopo l’improvvisa sospensione della firma di un accordo di associazione con l’Ue. Le strade attorno all’edificio sono state occupate dalle auto dei simpatizzanti dell’opposizione.

L’Ucraina si trova di fronte ad un confronto che mira a mettere in difficoltà il premier Yanukovich e che  potrebbe addirittura sfociare in una riedizione della rivoluzione arancione. E le premesse ci sono tutte. Le forze leali al governo sono state costrette  a usare  tutti i mezzi compresa la messa in campo  delle teste di cuio, distintesi nelle manifestazioni di ieri per la loro durezza.

Manifestazioni  promosse dal partito “Svoboda” che in lingua ucraina vuol dire libertà. E proprio il leader del partito Olen Tyanhyboh ha dichiarato che “in Ucraina sta iniziando una rivoluzione, stiamo lanciando uno sciopero generale.” Le richieste di dimissioni nei confronti del premier Yanukochovich si sono sprecate. Il primo ministro in carica viene in sostanza accusato di non volere il legame con l’Europa. Dato questo, emerso anche nei colloqui svoltisi la scorsa settimana  tra il primo ministro russo Putin ed il premier italiano Enrico Letta

L’adesione ucraina alla comunità europea per i russi non può essere accettata perché in questo caso l’Ucraina rappresenterebbe una porta d’ingresso delle merci europee a prezzi ultraconcorrenziali  mettendo in forte crisi l’economia russa.

Almeno questa è la spiegazione ufficiale, confermata anche dalle cifre. L’Ucraina oggi non può permettersi di sostenere un braccio di ferro con la Russia la quale vanta all’incirca trenta miliardi debiti dovuti sia alle forniture di gas non pagate,  sia ai debiti accumulati con le banche russe.

Enrico Barone