Altri cinque barconi in arrivo, mentre resta l’orrore per i 12 migranti gettati a mare

Altri cinque barconi in arrivo, mentre resta l’orrore per i 12 migranti gettati a mare

Altri cinque barconi sono stati individuati al largo delle nostre coste in arrivo in Italia con il loro carico umano proveniente chissà da dove. Secondo una stima di massima trasporterebbero circa 500 migranti.

Secondo alcuni naufraghi sbarcati a Trapani dopo essere stati raccolti dai mezzi navali italiani altri 40 migranti sarebbero morti nel naufragio del loro barcone proveniente dalla Libia.

E’ ancora sulle prime pagine la notizia dell’arresto da parte della Polizia italiana di 15 immigrati accusati di aver gettato a mare 12 altri compagni di sventura  e solo perché erano cristiani.

La Polizia, ha scoperto ciò che è avvenuto su una delle tante carrette del mare che solcano le acque del Mediterraneo dal racconto di alcuni di quei disperati salvati nelle ultime ore nella parte conclusiva di un tragitto che li ha portati  in Italia dalle lontane terre dell’Africa centrale e sub sahariana.

Si tratta di alcuni dei sopravvissuti imbarcati sull’ennesimo zatterone che, visti in televisione, non si riesce proprio a capire come facciamo ancora a galleggiare. Talvolta, infatti, in mezzo al Mediterraneo, smettono di galleggiare e si portano verso il fondo centinaia di esseri umani.

Sul loro gommone pare che fossero in 105 migranti. Provenienti da tanti paesi diversi. Fedeli, o dovrebbero essere fedeli, a diverse religioni. I 12 sarebbero stati buttati a mare solo perché provenienti dalla Nigeria e dal Ghana e, quindi, ritenuti cristiani dagli altri 15 che, invece, arrivano da Costa d’Avorio, Senegal, Mali e Guinea-Bissau.

Si tratterebbe, in ogni caso, del primo episodio del genere di cui si sia mai sentito parlare nel corso dell’oramai lunghissima storia degli arrivi clandestini superate le onde del Mediterraneo. Una storia su cui ora farà luce la giustizia italiana.

Intanto, il nostro Paese, per bocca del Ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, richiama ancora una volta la comunità europea alle proprie responsabilità. L’Italia non può essere l’unica a fronteggiare una vera e propria emergenza continentale e dalle proporzioni indefinibili. Con l’arrivo della buona stagione, per i prossimi sei mesi, è da prevedere un incremento dei fenomeni di migrazione fortemente incoraggiati dalla guerra della Mesopotamia, da quella dello Yemen, dalle scorrerie islamiste in Nigeria, Chad e Camerum, dove impazza Boko Haram, così come da quelle di altri islamisti tra Mali e Niger. E forse l’elenco non è neppure completo perché si dimentica la situazione del Sud Sudan, quella dell’Eritrea e quella della Somalia.

Gentiloni ricorda a tutti che esiste un dovere di impegno nel salvataggio di tante vite umane, ma che l’Italia non può fare tutto da sola. Serve un vero ed effettivo impegno internazionale.