Alla stazione Tiburtina di Roma la crisi diventa opportunità. Parola di Albert Einstein

Alla stazione Tiburtina di Roma la crisi diventa opportunità. Parola di Albert Einstein

Se dovete prendere un treno che parte dalla stazione Tiburtina, arrivate un po’ prima e andate a vedere cosa hanno realizzato i ragazzi del Master of Art dell’Università LUISS di Roma. È partita proprio da uno dei 20 studenti di questo corso d’alta formazione postlaurea l’idea di portare la mostra di fine anno dentro gli spazi ancora poco vissuti della stazione romana riprogettata e riconvertita all’alta velocità nel 2011 con un ambizioso progetto architettonico. Osmosis è il titolo dell’esperimento di “artificazione” e di sconfinamento dell’arte fuori dai suoi spazi espositivi convenzionali, ideato da questo gruppo di giovani.

La mostra prende forma in uno degli ambienti chiamati “bolle” nella galleria grande della stazione. Partendo dal nucleo espositivo centrale, alcune opere si disperdono nello spazio circostante e al di fuori della stazione stessa, rispondendo all’esigenza di interazione con il luogo e le persone che lo 1mostra2 Domenico Romeo, Selezione Innaturale, 2013[3]attraversano. Grazie all’arte contemporanea, la stazione Tiburtina, che a tratti appare come una cattedrale nel deserto ancora priva di molti servizi, arriva a vivere il ruolo di piazza urbana e spazio pubblico d’incontro. Il termine osmosi –spiega Achille Bonito Oliva, responsabile scientifico del Master- indica una condizione di fluidità, un movimento di elementi che interagiscono ed entrano in contatto tra loro. La stazione, per definizione designa un luogo di attraversamento, scambio, sfioramento, movimento, avvicinamento ed allontanamento. È un luogo liquido per eccellenza, adatto ad accogliere realtà di diversa provenienza e produrre per questo una sorta di spazio meticcio ed ospitale.

I ragazzi hanno curato ogni aspetto del project work: dalla scelta degli artisti e delle opere all’allestimento, fino al catalogo che è stato intelligentemente realizzato in formato digitale su pennetta 1mostra6 Mark Jenkins,Couple, 2012USB, per risparmiare carta e soldi. Sempre guidati dal critico ABO gli studenti hanno scelto come tema della mostra “La crisi”, partendo dal testo di Albert Einstein Il mondo come io lo vedo, del 1931 che invita a guardare la crisi come un momento di opportunità. Nel percorso intrapreso dai 12 artisti coinvolti l’arco di analisi è molto vasto. Le banconote ingerite, defecate e poi lavate di Cesare Pietroiusti invitano a mettere in discussione le fondamenta capitalistiche della società contemporanea, mentre i paesaggi fotografici capovolti di Gea Casolaro offrono nuovi punti di vista da cui osservare il mondo.
Come dice Einstein: “È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie”. La mostra, ad ingresso gratuito, sarà aperta fino al 29 novembre. E allora buon viaggio, dentro e fuori la stazione.

Beatrice Zamponi