Alitalia sempre più con l’acqua alla gola con Cda continui che non decidono nulla, mentre il Premier Letta preme su Moretti per l’intervento di Fs. Air France “guarda” e l’Europa con Almunia “vigila”

Alitalia sempre più con l’acqua alla gola con Cda continui che non decidono nulla, mentre il Premier Letta preme su Moretti per l’intervento di Fs. Air France “guarda” e l’Europa con Almunia “vigila”

Alitalia davvero sull’orlo della bancarotta. I Cda della comagnia si susseguono oramai a ritmo serrato ma la soluzione non arriva e allora ecco di nuovo il rinvio. Si tratta ora di rinvii “a breve”, pochi giorni tra l’uno e l’altro. Sintomo più che chiaro della gravità della malattia. Occorrono urgentemente almeno 500 milioni di Euro. Ed ecco che si profila anche l’intervento dello Stato, di quell’aiuto che le regole comunitarie proprio non prevederebbero. Lo Stato, assieme alle banche e ai soci attuali, quei cosiddetti “capitani coraggiosi” giunti, a quanto si dice, quasi allo stremo. E dopo il “niet” di Moretti di solo due giormai orni fa, si riparla di un interesse anche delle Ferrovie. Letta, infatti, non molla.

aaa1az10L’Ad di Alitalia Del Torchio ha confermato l’intenzione di procedere a una manovra straordinaria per riportare la situazione finanziaria alla normalità. L’indiscrezione giunge dai sindacati, dopo un incontro con i vertici della compagnia. I particolari sono resi noti dal segretario generale della Uilt, Claudio Tarlazzi, che ha rivelato come Del Torchio abbia confermato la necessitò di un aumento di capitale di almeno 300 milioni di euro, di cui 150 milioni da un intervento pubblico, mentre altri 150 dovrebbero giungere dai soci della compagnia, di cui 75 versati dal gruppo franco olandese Air France-Klm. Se poi Air France non dovesse accettare di partecipare all’esborso, le banche dovrebbero incaricarsi di sottoscrivere ciò che manca.

aaa1moretti21Ma perché poi dovrebbe esser proprio Air France a tirarsi indietro e rinunciare alla possibilità di trasformarsi in “asso piglia tutto”? Voci “depistanti”, riteniamo, magari messe in giro ad arte da chi consapevole che Alitalia sia proprio giunta alla frutta, spera maldestramente di metter fuorigioco proprio il più temibile concorrente alla soppressione di quella italianità di nome e di marchio, per la verità mai messa da alcuno in discussione. Che “qualcuno” continui a pescar nel torbido è proprio certo.

Tornando a parlar di cifre, ci sarebbero, inoltre, 200 milioni in linee di credito, che assieme ai 300 milioni dell’aumento di capitale di 300 milioni, farebbero la somma di quei 500 milioni di cui c’è urgente bisogno. Ammesso che l’operazione emergenza riuscisse, che accadrebbe poi? Senza un deciso cambio di rotta, aaa1az30che vorrebbe dir innanzi tutto la repentina acquisizione in flotta di un certo numero in più di jet intercontinentali, purtroppo niente. Soltanto un po’ di mesi di respiro, prima di dichiarar di nuovo lo stato di emergenza.

Le Ferrovie dello Stato sarebbero reintrate in gioco sul destino di Alitalia, anche se non sembrerebbe proprio di spontanea volontà. Le pressioni sarebbero non poche, a cominciar, stando almeno a certe voci di palazzo, dallo stesso Capo dello Stato e dal Premier Enrico Letta. Il presidente del Consiglio avrebbe, infatti, chiamato a raccolta Fintecna e Fs per giocare di nuovo la carta di un’italianità che, dopo i deludenti precedenti, lascia davvero tutti assai perplessi. Italianità, una parola molto seria che dovrebbe esser difesa a spada tratta proficuamente in tante sedi, lasciate invece indifese ai ripetuti assalti stranieri provenienti da ogni angolo del mondo. Un aaa1moretti4appello, quello di Letta Enrico, a cui l’ingegnere ferroviario Mauro Moretti ha confermato la propria disponibilità: “Siamo un’impresa italiana e diamo contributi a tutti – ha detto partecipando a una cerimonia alla stazione di Roma Tiburtina – in base ai limiti delle nostre possibilità, che sono tanti”.

Ma il connubio treni-aerei italiani desta sospetti dal punto di vista della concorrenza. E così il Commissario europeo Joaquin Almunia, ha confermato di “seguire il caso dalla stampa italiana”, sconcertato anche di fronte al possibile sostegno finanziario ad Alitalia da pare dello Stato. Che la Ue esplicitamente proibisce. “La situazione della Compagnia di bandiera è drammatica ed entro pochissimi giorni si potrebbe giungere al default”, ripete preoccupatissimo il dirigente della Filt-Cgil Franco Nasso. Ma cosa hanno combinato dal 2008 i “capitani coraggiosi”?

Enrico Massidda