Aereo caduto sul Sinai. Putin blocca i voli russi con l’Egitto. Anche turisti italiani ancora bloccati

Aereo caduto sul Sinai. Putin blocca i voli russi con l’Egitto. Anche turisti italiani ancora bloccati

Continua la ridda di ipotesi attorno all’Airbus russo precipitato sul Sinai mentre tutti sembrano propendere per la tesi della bomba a bordo. Non sono, però, ancora noti i risultati ufficiali cui stanno giungendo gli esperti che stanno esaminando le scatole nere e i resti del velivolo sparsi nel deserto egiziano.

Certo è che anche la decisione del Presidente russo, Vladimir Putin, di annullare tutti i voli in partenza verso l’Egitto o provenienti dal paese mediorientale  fino a nuovo ordine ha solo  avuto l’effetto di orientare ancora di più l’opinione pubblica verso il convincimento che sia stata una bomba a provocare la caduta dell’Airbus  mente era in volo verso San Pietroburgo dopo il decollo da Sharm el- Sheikh.

Fonti egiziane fanno sapere che Putin ed il Presidente Egiziano Sisi si sono parlati e la conclusione è stata che i voli riprenderanno al più presto possibile.

Le autorità di Mosca avevano accolto con un certo iniziale scetticismo le notizie provenienti dagli Usa e dal Regno Unito sul convincimento cui sono giunti i servizi di sicurezza che la causa dell’incidente, per il quale hanno la perso la vita 224 persone,  era proprio dovuto ad un attentato terroristico ed avevano invitato ad attendere le conclusioni dell’inchiesta già avviata.

Anche il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, invece ha avanzato il sospetto che l’incidente sia il frutto di un’operazione terroristica. E’ la stessa tesi sostenuta anche dai britannici e negata, invece, con forza dalle autorità egiziane le quali assicurano sulla qualità dei controlli assicurati nei loro aeroporti.

Intanto, si avvia a soluzione il problema delle decine di migliaia di turisti rimasti bloccati nelle località di turismo sulle coste del Mar Rosso  sul Sinai a causa della sospensione dei voli. Anche alcune centinaia di italiani sono ancora costretti ad un forzato allungamento delle vacanze.