A Roma la protesta di artigiani e commercianti. Perse 130 mila aziende. Peso di burocrazia e costo dell’energia

A Roma la protesta di artigiani e commercianti. Perse 130 mila aziende. Peso di burocrazia e costo dell’energia

Arrivano a Piazza del Popolo,  a Roma,  i rappresentanti della Piccole e medie imprese aderenti a Rete Italia e comprendente Cassartigiani, la CNA, la Confartigianato, la Confcommercio e la Confesercenti. Le previsioni parlano di alcune decine di migliaia di persone che denunceranno l’insufficienza delle politiche economiche del governo.

Non  rappresenta un mistero che le piccole e medie imprese  dell’artigianato e del terziario rappresentano il 94 per cento della produttività e contribuiscono per il 69 per cento al fatturato nazionale. Emblematico perciò  il titolo che si è voluto dare alla manifestazione:”Senza impresa non c’è Italia”.

Le PMI avanzano al Governo precise richieste di intervento proprio il giorno dopo la diffusione dei dati sulla scomparsa  di almeno 130  mila piccole imprese nel settore, come hanno dimostrato i dati dell’Ufficio studi della CGIA di Mestre.

Così, la richieste riguardano  la semplificazione burocratica, l’alleggerimento della pressione fiscale ed il sollecito pagamento di quanto dovuto dallo  Stato alle imprese, oltre che l’adozione di misure concrete per l’assunzione di giovani ed  il rilancio dell’economia.

Al fianco dei manifestanti si è schierata anche la segretaria  generale della CGIL, Sussana Camusso, secondo la quale le imprese” hanno ragione di protestare perché sono in difficoltà, sono moltissime e rappresentano quasi un quarto del nostro sistema produttivo”.

camusso susanna

 

La Camusso ha aggiunto che la crisi è dovuta anche allo spostamento degli investimenti dalle attività produttive a settori considerati più redditizi come quello finanziario.

Secondo la Cgia di Mestre tra il 2008 e il 2013 le due principali categorie che costituiscono il cosiddetto “popolo delle partite Iva” hanno subito una vera e propria moria di imprese. Il saldo, dato dalla differenza tra le aziende nate e quelle cessate, è spaventosamente negativo. Se tra i piccoli commercianti sfiora le 64mila unità, tra gli artigiani supera addirittura quota70 mila. Mancano insomma all’appello quasi 134mila piccole imprese.

”A differenza dei lavoratori dipendenti – fa notare il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi – quando un autonomo cessa l’attività non dispone di alcuna misura di sostegno al reddito”. Ad esclusione dei collaboratori a progetto, che possono contare su un indennizzo una tantum, gli artigiani e i commercianti, ad esempio, non usufruiscono dell’indennità di disoccupazione e di alcuna forma di cassa integrazione o di mobilità lunga o corta. ”Spesso si ritrovano solo con molti debiti da pagare e un futuro tutto da inventare”. Ed è per questo che la Cgia, in vista della manifestazione dei piccoli produttori organizzata a Roma, ha messo in luce le ragioni della protesta.

Gravi i problemi per queste imprese anche per l’impennata del costo dell’energia elettrica, aumentato del 21,3 per cento,  di quello del gasolio cresciuto del 23,3 per cento, mentre la Pubblica amministrazione ha allungato i tempi di pagamento di ben 35 giorni.

Enrico Barone