Egitto: strage nel Sinai di 27 poliziotti. Intanto 15 mila italiani via dal Paese. Altre accuse ai militari del Cairo: uccisi 38 arrestati durante trasporto in cella. Disposta la scarcerazione di Mubarak.

Egitto: strage nel Sinai di 27 poliziotti.  Intanto 15 mila italiani via dal Paese.  Altre accuse ai militari del Cairo:  uccisi 38 arrestati durante trasporto in cella. Disposta la scarcerazione di Mubarak.

Forse militanti di Al Quaida uccidono a Rafah, nel nord del Sinai, 27 poliziotti. Secondo “fonti della sicurezza” si sarebbe trattato di una esecuzione. Intanto, 15 mila italiani sono rientrati o in procinto di rientrare dall’Egitto. Altre 15-19 mila persone sarebbero dovute partire per il Mar Rosso ma, dopo l’inasprirsi dello scontro in atto in Egitto la gran parte di loro non raggiungerà le coste del Mar Rosso ed altre mete turistiche della terra di Faraoni. A Il Cairo è stata disposta, intanto, la scarcerazione di Mubarak.

Si calcolano in 30-50 milioni di euro i danni per gli operatori turistici. Intanto il Codacons ha lanciato una “class action” contro lo Stato. L’accusa è di non essere intervenuto tempestivamente a tutela dei connazionali.

I danni richiesti ammonterebbero a 95 milioni di euro. Bisogna vedere se ci sono gli estremi legali per una richiesta del genere visto la subitaneità del precipitare della crisi egiziana che è, di fatto, esplosa nell’arco di poche ore nei suoi aspetti più drammatici e, comunque, lontano dai luoghi di villeggiatura degli italiani.
manifestazioni fratellanza
Intanto in Egitto la situazione sembra non essere più critica come è stata a metà della scorsa settimana. La Fratellanza Musulmana ha rinunciato alle manifestazioni di piazza annunciate per domenica 18 Agosto, anche se non sono mancati scontri in alcune zone del Paese.

L’emittente televisiva araba Al-Jazeera sostiene che sarebbero 38 gli arrestati nella moschea di al-Fath uccisi mentre venivano trasportati verso il carcere. Fonti governative invece avevano parlato della morte dei 38 avvenuta durante una rivolta in carcere.

Una notizia destinata ad aggravare la crisi diplomatica scoppiata tra le autorità del Cairo e le principali cancellerie occidentali. Che stanno criticando sempre più decisamente l’operato del Governo e delle forze dell’esercito egiziano.

Nabil Fahmy, ministro degli Esteri del governo provvisorio, ha avvertito di Domenica contro quella che ha definito una “internazionalizzazione” della crisi che, invece, è e deve restare a suo avviso “una questione interna dell’Egitto”. Nabil Fahmy ha anche criticato il “silenzio” degli occidentali sugli attacchi armati effettuati dalla Fratellanza Musulmana.
sharm al sheick aeroporto
Le autorità del Cairo criticano anche la ventilata possibilità che i paesi occidentali sospendano la fornitura degli aiuti assicurati all’Egitto nell’ambito di progetti di cooperazione internazionale.

Red